Oggi avresti compiuto 66 anni... BUON COMPLEANNO... perchè per noi sei ancora qui... diciamo che sei andata a fare un viaggio... comunque ci manchi tanto!! Un bacio!|
Tamara & Co.
Intervento Capogruppo Gruppo MONTEVEGLIO BENE COMUNE Delibera Fusione HERA – Acegas – Consiglio Comunale Monteveglio 11 ottobre 2012
Credevo, credevamo che l’idea di servizi pubblici fosse chiarita, messa nero su bianco una volta
per tutte con lo straordinario esito del referendum dello scorso giugno.
Credevo, credevamo che la certificazione, a seguito del ricorso di varie Regioni, fra cui l’Emilia Romagna, in risposta ai subdoli attacchi alla democrazia infilati tra le righe del provvedimento dello scorso agosto con una norma sostanzialmente di apertura alla privatizzazione, certificazione da parte della Corte Costituzionale della volontà di 27milioni di italiani fosse ormai resa inequivocabile.
Credevo che l’euforia condivisa con persone, alcune qui presenti, con le quali si è brindato all’incredibile esito referendario fuori dai seggi lo scorso 13 giugno non svanisse nel giro di poco più di un anno.
Mi sbagliavo. Stasera, infatti, siamo di nuovo qui riuniti a deliberare, o meglio a ratificare, decisioni strategiche prese da un Consiglio d’amministrazione di una Spa. Bhè, strano, non c’è che dire.
Cosa c’azzecca, direbbe l’on. Di Pietro, un ente pubblico con una spa?
Siamo soci, mi si risponderà.
Sì, è vero: il Comune di Monteveglio è socio di Hera Spa, cioè detiene delle azioni, azioni che devono dare un utile.
Ecco quindi dove sta l’inghippo!!
Da un lato il Consiglio, che rappresenta i cittadini di Monteveglio, deve tutelare il bene della comunità, quindi dei servizi pubblici, per contro deve esprimersi per varare un’operazione finanziaria, che nulla ha a che vedere con il bene pubblico.
Un vero e proprio paradosso, una distorsione della democrazia.
Tant’è vero che i comuni che non detengono azioni Hera, ma ne usufruiscono comunque i servizi, non sono cioè soci, non sono nemmeno interpellati sull’operazione!
L’operazione di fusione, oggetto della delibera, altro non è che una fase del percorso della
“mutazione genetica” delle cosidette municipalizzate.
La costituzione di HERA spa, con lo scambio infrastrutture dei comuni vs azioni, parte con entusiasmo: le promesse di abbassamento delle tariffe, ottimizzazione del servizio, investimenti nelle reti si sprecano.
Peccato che tutto ciò non avvenga, anzi comincia l’affanno per la crisi e il crollo del titolo registra ora un valore vicino a quello iniziale.
Inevitabile che si inneschi un meccanismo di indebitamento per sostenere i risultati per i dividendi.
Ne consegue una politica di contrazione degli investimenti, pressione tariffaria, privatizzazioni di
parte dell’azienda, riorganizzazione aziendale con chiusura di sportelli territoriali, ecc.ecc.
Insomma sempre di più si gioca sul campo della finanza a dispetto del compito primario dei soci di maggioranza, cioè i comuni, di tutelare gli interessi dei propri cittadini.
Altro punto nodale è la richiesta di variazione dell’Art.7 dello Statuto. Praticamente si apre un varco al potenziale ingresso di privati, con la possibilità per la Cassa Depositi e Prestiti di entrare a far parte del Patto di sindacato dei Comuni attraverso il Fondo Strategico Italiano.
Ente pubblico sulla carta, potenzialmente privato nella realtà.
E ancora non possiamo dimenticare il fatto che il Patto di sindacato dei soci pubblici, pur rimanendo al 51%, scenderà al 42% circa per i comuni emiliani-romagnoli con l’ingresso di Padova e Trieste (Acegas), diluendo così la voce dei nostri comuni a favore di un rafforzamento del potere dei manager.
Abbiamo purtroppo già registrato qualche tempo fa la debolezza della voce dei Sindaci che
ragionevolmente avevano chiesto ai manager un segno di responsabilità con il ritocco dei compensi.
La richiesta è stata respinta al mittente. Questo qualcosa dovrebbe pure insegnare.
Pare che la ratifica da parte dei soci pubblici, cioè i Comuni, della fusione sia ormai data per scontata. Ma per fortuna nei consigli comunali diverse forze politiche, anche di maggioranza hanno
dimostrato di avere gli occhi bene aperti sulla vicenda. A Bologna ad esempio la delibera è passata, dopo un estenuante consiglio, recuperando il voto di un consigliere di minoranza.
Per fortuna, anche nei comuni amministrati dalle stesse forze politiche del nostro, c’è chi dice NO!
Le amministrazioni di Porretta Terme, Sasso Marconi, Forlimpopoli, Forlì, Predappio, Formiggine, Monghidoro, Sassuolo,Rocca san Casciano, Civitella di Romagna, Premilcuore, Portico e san Benedetto, Cesenatico respingono al mittente la delibera.
Diverse anche le associazioni, forze politiche e amministratori che hanno espresso contrarietà alla fusione: WWF, Legambiente, Verdi-Ecologisti, Marco Boschini coordinatore dell’Assoc.ne Comuni Virtuosi, PSI di MO, il Consigliere regionale PD Thomas Casadei, il Sindaco di Forlì Roberto Balzani, l’Associazione Piccoli azionisti Hera, SEL, IDV, ecc…
Sono consapevole che quest’ Amministrazione, così sensibile alle tematiche ambientali tanto da sposare le idee e la carta dei valori delle Transition townes, tanto da deliberare la modifica allo Statuto comunale che individua l’acqua come bene comune fuori dalle logiche di profitto, tanto che predispone targhette per le proprie fontane per ricordare che l’acqua è un bene prezioso, tanto chesi impegna a servire acqua di rubinetto nella mensa scolastica e in Consiglio comunale, tanto che ha sostenuto con forza i referendum di giugno 2011, tanto che ha deliberato di sostenere la proposta di legge per un nuovo metodo di gestione rifiuti, ecc. ecc. non potrà dimenticarsi di tutto ciò, non potrà dimenticarsi dei propri elettori, dei cittadini di Monteveglio che hanno deciso per l’acqua pubblica e invito quindi i colleghi consiglieri a riflettere bene alla luce di tutto ciò e ad esprimersi di conseguenza, a non aprire col proprio voto la strada della privatizzazione dei servizi.
Il nostro gruppo, per quanto sopra espresso, voterà quindi NO a questa delibera.
Che VERGOGNA....Hera nella sua replica NON ha firmato e datato il documento!!!! E' GRAVE!!! non si sa chi l'abbia scritto!!!-Commento al commento di HERA in merito alla memoria presentata dal comitato acqua bene comune sulla fusione HERA ACEGAS
Commento al commento di HERA in merito alla memoria presentata dal Comitato acqua bene comune sulla fusione HERA ACEGAS
Il metodo scelto è rispondere punto per punto (paragrafo per paragrafo) le obiezioni di HERA. (allegato)
1. per la prima volta anche se in modo anonimo, HERA risponde (bontà sua ) alle obiezioni mosse dal Comitato. Segno di nervosismo. In realtà il percorso è a-democratico in quanto non c’è stato un vero dibattito pubblico se non quello aperto dai comitati. Vale la logica dei consigli di amministrazione che soverchia le istituzioni democraticamente elette. Viene sovvertito il principio “una testa un voto, in quanto il peso di ogni comune è in relazione alle quote azionarie e non al numero di cittadini rappresentati. Inoltre i consiglieri comunali, al netto della nostra iniziativa non sapevano nulla e avrebbero solo ratificato le decisioni del CDA di HERA.
2. Lungi da noi mitizzare le ex municipalizzate, che avevano un limite formidabile nell’assenza di modelli partecipativi per utenti e lavoratori, e limiti rappresentati da scelte tecnologiche ed industriali figlie di un periodo nel quale si pensava ad una inesauribilità delle risorse. Ma al netto di questi elementi esse rappresentavano e hanno determinato l’essenza della infrastruttura idrica del nostro territorio e tutte le opere fondamentali, i dati positivi del servizio oggi sbandierati dall’azienda li si può fare risalire a quel periodo. Gli investimenti fatti costano nelle bollette (dati 2012 a bologna) 62,754 milioni di € (ammortamenti+remunerazione del capitale+canoni e mutui) a fronte di 135,135 milioni di € da tariffa complessiva questo significa che per garantire 26,500 milioni di investimenti nel 2012 il cittadino bolognese deve pagare in bolletta appunto oltre 62 milioni di € al “sistema HERA” una vera follia, se pagassimo anche tutti gli investimenti direttamente in bolletta potremmo raddoppiare gli investimenti e fare calare le bollette . Pazzesco.
3. Il tasso di raccolta differenziata si è mantenuto costantemente al di sotto degli obiettivi europei e nazionali, HERA ha costantemente fatto resistenza all’introduzione del porta a porta, e quando è stata costretta a farlo, invece di determinare un abbassamento dei costi, a fatto pagare ai comuni ed agli utenti fior di quattrini( è noto, vedi esperienza GEOVEST che sostituire la raccolta a cassonetto con il porta a porta incrementa il costo di raccolta, ma abbatte il costo di smaltimento e valorizza i materiali ceduti ai consorzi determinando saldi positivi sui costi)
4. Si continua a spacciare come energia rinnovabile quella prodotta dagli inceneritori, sapendo di dire il falso, cosa c’è di rinnovabile nel bruciare rifiuti? Mega investimenti che avrebbero potuto essere meglio utilizzati in politiche di riduzione dei rifiuti e nella differenziazione, e si sa che esistono dubbi colossali sull’impatto sanitario delle emissioni.
5. Le perdite idriche in rete sono del 25% ma negli ultimi 10 anni non c’è stato alcun miglioramento significativo, tanto che negli ultimi 5 anni di convenzione HERA a Bologna ha mancato totalmente l’accordo di diminuire le perdite del 5% , la riduzione è stata di circa 0,3 % ed HERA ha dovuto pagare 2milioni e mezzo di penale.
6. La chiusura di sedi operative e di sportelli sul territorio causa un degrado complessivo della qualità del servizio che prima vedeva professionalità diffuse ed integrate fra commerciali e tecniche, sostituendoli con call center che al di là della buona volontà degli operatori rendono il servizio meno radicato sul territorio.
7. Sui costi, basta osservare quello che è successo a Bologna nel 2012, la convenzione in essere sul servizio idrico prevedeva costi per 62,123 milioni di €, la revisione con la nuova convenzione per il 2012 li ha portati a 72,381. Ancora nessuno ci ha motivato nel dettaglio questo aumento di oltre l’11% pari a 7,258milioni di €
8. Su questo punto abbiamo già detto, va puntualizzato che quando si parla di “area vasta” per sportelli e sedi operative, significa che gli utenti ed i lavoratori debbono girare di più sul territorio e che la specializzazione è nemica dell’integrazione (di professionalità diverse e di cicli diversi, del territorio) l’esatto contrario di quello che sarebbe necessario. Nella vicenda di S.Benedetto del Querceto ne abbiamo avuto la tragica dimostrazione.
9. Sul titolo, per carità di patria è meglio stendere un velo pietoso, inoltre non è di grande godimento il fatto che indici di bilancio siano meglio delle altre multiutility, resta una situazione critica sull’indebitamento che porta come corollario, la progressiva privatizzazione dell’azienda (vedi operazione Cassa Depositi e Prestiti FSI, modifiche del patto di sindacato, cessione di parti dell’azienda – HeraAmbiente ecc. )
Nel complesso le controdeduzioni di HERA appaiono debolissime, e diamo per scontato la condivisione delle parti della nostra memoria sulle quali l’azienda non si è esercitata.
Sull’argomento delle GARE, per affrontare le quali “HERA deve diventare grande”, vorremmo osservare che tale opzione non è automatica su tutti i cicli, e che in realtà è proprio la forma di impresa scelta (SPA mista quotata in borsa) a determinarle, una gestione pubblica “in HOUSE” con controllo analogo dei comuni, permetterebbe gli affidamenti diretti come afferma la UE.
Bologna, 3 ottobre 2012
Comitato per l’acqua bene comune Bologna
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