Diario italiano, la scossa delle amministrative di Dario Caselli

Senza un cambiamento
arriverà una valanga
che travolgerà tutti gli
schieramenti
tradizionali
La stella del Cavaliere è
al tramonto ma anche a
sinistra le cose non
sono tranquille


Chi ha veramente vinto, oltre a
Vendola e Di Pietro, è Grillo, è il
segnale che la gente è stanca
della vecchia classe politica e dei
sui intollerabili privilegi.
Se i partiti maggiori non si
rifonderanno, cambiando uomini e
proposte, la protesta salirà ancora e
la governabilità si farà sempre
più difficile, proprio quando l’Europa ci
chiamerà a scelte dure.
Se si continuerà a far finta che
tutto vada bene, la valanga
arriverà.
Questo ci ha detto il voto di
domenica e lunedì

Forse non è ancora una valanga, ma di sicuro
alle amministrative c’è stato un forte
smottamento.
Come avevamo scritto, il centrosinistra è
andato bene ed il centrodestra
ha mostrato più di una difficoltà, segnando,
dopo anni di successi elettorali,
una pesante battuta d’arresto.
Tutto normale, oggi, in tutta l’Europa chi
governa paga pegno.
In realtà, se si osserva il voto, si notano molti
segniche, senza cambiamenti,
la valanga arriverà e travolgerà tutti gli
schieramenti tradizionali.
In primo luogo il risultato di Milano, in
particolare e del nord in generale,
indica che la stella di Berlusconi sta
tramontando e con lui quella del Pdl, mentre
l’onda lunga della Lega si sta fermando, prima
erodeva consensi verso sinistra, oggi tiene, a
danno degli alleati.
In secondo luogo, senza il Cavaliere, la Lega
non vince neppure al nord, anzi le divisioni
nel centrodestra sono una delle ragioni del
cattivo risultato, così come non paga più la
doppia veste di partito di governo e di
opposizione.
In terzo luogo gli elettori sembrano non gradire
più di tanto una politica aggressiva a parole
e carente sul piano del cambiamento, reso
ancor più necessario dalle difficoltà
economiche.
Anche a sinistra le cose non sono tranquille,
la crescita di consensi è trascinata dall’ala
radicale, Pisapia a Milano e De Magistris a
Napoli, una riedizione delle vittorie
di Prodi, con l’aiuto determinante di Bertinotti.
Tale alleanza può reggere alle amministrative,
ma è difficile possa governare il Paese,
soprattutto perché dietro la rinascita della
sinistra radicale si vede bene il ritorno
al conservatorismo neo-operaista della
Fiom e l’idea della spesa pubblica come motore
della crescita.
Anche il terzo polo ha fatto flop: al nord Fini,
Casini e Rutelli hanno racimolato poco
più delle liste grilline ed anche a Napoli si
sono fermati al 10%, cifra che impedisce la
vittoria di uno dei poli maggiori, ma non
costituisce un ’alternativa né numerica, né
politica.
Chi ha veramente vinto, oltre a
Vendola e Di Pietro, è Grillo, è il
segnale che la gente è stanca
della vecchia classe politica e dei
sui intollerabili privilegi.
Se i partiti maggiori non si
rifonderanno, cambiando uomini e
proposte, la protesta salirà ancora e
la governabilità si farà sempre
più difficile, proprio quando l’Europa ci
chiamerà a scelte dure. 
Se si continuerà a far finta che
tutto vada bene, la valanga
arriverà.
Questo ci ha detto il voto di
domenica e lunedì.
da L’ Informazione - il Domani Bologna 
18 maggio 2011

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