MANIFESTAZIONE DEGLI STUDENTI : 8 ottobre, 6.30 del mattino. Voi l’incubo, noi la sveglia !

piccola rassegna stampa a cura di MBC



BOLOGNA, 8 OTT - Oltre 4.000 studenti, universitari e delle superiori trai quali molti giovani di Monteveglio, hanno sfilato a Bologna per protestare contro il ministro dell'Istruzione Gelmini. Il corteo, molto rumoroso ma tranquillo, e' cresciuto man mano che percorreva le vie del centro storico. In piazza anche i collettivi studenteschi antagonisti e i centri sociali. Un centinaio di ragazzi ha cercato di lasciare il corteo per raggiungere la sede di Unindustria (dove c'era un presidio della Fiom), ma e' stato
bloccato dalla polizia. Chiusura della manifestazione in piazza Santo Stefano con una lezione del costituzionalista Andrea Morrone.

Il corteo anti-Gelmini si spacca
un centinaio puntava a Unindustria

Il gruppo di giovani si era indirizzato verso Unindustria, ma poi è tornato sui suoi passi per unirsi agli altri manifestanti in piazza Santo Stefano dove si è svolta la lezione del costituzionalista Morrone. Adesivi contro il ministro e elmetti gialli da operai: "La nostra battaglia è trasversale"


Sono partiti tutti insieme, alle 9 puntuali, da piazza XX settembre. Molti indossavano elmetti gialli, da operaio, perché dicono, "questa è un'iniziativa trasversale, pensiamo anche a chi ha perso il lavoro e ai cassintegrati". Davanti due striscioni, "Studenti e precari in lotta per il nostro futuro" e "La nostra rabbia assalirà i vostri palazzi": il corteo anti-Gelmini ha sfilato lungo via Indipendenza, nella giornata in cui a Bologna si registrano diverse iniziative contro il ministero dell'istruzione e le sue politiche sulla scuola, dai professori che scioperano un'ora all'assemblea nazionale dei ricercatori nelle aule di via Berrti Pichat. 
Adesivi contro il ministro attaccati ovunque. Studenti medi e universitari, Crash, Cua e Collettivo autonomo studentesco - con due camion di Sound che aprivano e chiudevano la sfilata - sono arrivati fino a piazza del Nettuno che erano quattromila, forse anche di più, e a quel punto si sono diretti verso le Due Torri. Punto finale piazza Santo Stefano (dove l´associazione "We Care" ha promosso una lezione all'aperto che è stata tenuta dal costituzionalista Andrea Morrone). Durante il corteo un gruppo, un centinaio di giovani guidati dal Collettivo autonomo studentesco, ha cercato di arrivare in via Castiglione sotto la sede di Unindustria. Poi però sono tornati su via Farini per riunirsi con le migliaia di studenti che erano già giunti sotto le sette Chiese. In piazza Santo Stefano, che inizialmente si riempie, l'attesa per il costituzionalista Morrone (doveva arrivare alle 11, ma è arrivato in ritardo) fa allontanare gran parte dei manifestanti. Alla fine lo hanno ascoltato in circa 500.
guarda il video



8 ottobre, 6.30 del mattino. 
Voi l’incubo, noi la sveglia !
Contro la riforma dell’Università e i tagli alla scuola pubblica. 300mila studenti universitari in più di 80 piazze d’Italia al fianco degli studenti medi nella prima grande mobilitazione autunnale. Torna l’Onda e i giovani studenti italiani sono scesi in strada per riprendersi il futuro che qualcuno sta cercando di soffiare loro sotto al naso. Così recita anche lo slogan al centro delle manifestazioni degli studenti programmate per oggi 8 ottobre: “hanno rapito il nostro futuro, riprendiamocelo”. Milano, Roma, Palermo, Torino, Bologna, Aosta, Napoli, Perugia, e tante altre le città coinvolte.
Non solo grandi centri ma anche la provincia è attraversata da questa ondata che vede in piazza migliaia di studenti mobilitati contro la repentina approvazione del disegno di legge di riforma dell’università. Siena, Livorno, Viareggio, Canicattì, Salemi, Piacenza, Termini Imerese, Ferrara. Per dirne alcune.
Sono 90 i cortei in tutta Italia che marciano al grido di “riprendiamoci il futuro”, “cambiare ora” e “noi la crisi non la paghiamo”, secondo quanto diffuso da Unione degli studenti e Coordinamento universitario Link. Circa 80 le piazze coinvolte secondo quanto comunicato alla vigilia della giornata di mobilitazione nazionale che vedrà anche un’ora di sciopero indetta dalla Flc-Cgil.
I primi bilanci degli organizzatori parlano di una “grande partecipazione” non solo nelle metropoli ma anche in provincia: 30mila studenti a Torino, 15mila a Milano, 20mila a Firenze, 5mila a Perugia, 2mila a Genova. Oltre 6mila studenti in città minori come Genova, Siena, Cosenza e Catanzaro. A Roma la manifestazione più grande.
Tantissimi gli striscioni e gli slogan utilizzati dai ragazzi per manifestare il loro dissenso nei confronti delle politiche del Governo in materia di università e scuola: “SPQR: saranno precari questi ragazzi”, “chi apre una scuola chiude una prigione”, “stella ciao”, “ridateci il futuro”, “questa crisi non la paghiamo”, “la scuola è un bene comune”.
E poi metafore cucite addosso: caschetti gialli, maschere bianche, occhi bendati, rotoli di carta igienica a simboleggiare la precarietà, la presa di coscienza collettiva, la consapevolezza di essere invisibili, la scuola a rotoli. A Torino un gruppo di studenti travestiti da pagliacci ha distribuito “borse di studio vuote”. Manifestazione pacifica e pochi scontri, in tutta Italia.

SCUOLA SPA: DOPO LE MACERIE, LA ROTTAMAZIONE/ Dopo tante promesse per l’edilizia scolastica, svendono le scuole!
Ecco il progetto di rottamazione della scuola italiana. Dopo aver tagliato 8 miliardi di euro all’istruzione, dopo aver promesso un miliardo di euro per gli interventi urgenti, in seguito alla tragedia del liceo Darwin di Rivoli, finalmente si scopre il piano perfetto per scaricare le macerie sulle spalle di studenti e famiglie. Con una semplice magia, Tremonti e Gelmini pensano di far sparire dal bilancio statale l’annoso problema dell’edilizia scolastica.
 Se il progetto “scuola spa” venisse confermato, sarebbe l’ennesima prova di quello che ripetiamo da anni: questo Governo considera il nostro futuro come un inutile capitolo di spesa. Con “scuola spa”, prima si cederebbero gli edifici scolastici a delle società per azioni, poi si chiederebbe agli enti locali di pagare salati canoni d’affitto, per la fornitura di servizi come le mense e magari persino per diritti fondamentali come l’assistenza ai disabili. Uno splendido sistema per sottrarre gli interventi di manutenzione e messa in sicurezza da ogni controllo, affidando la nostra salute alle regole del mercato e del profitto.
Per lo stato fatiscente delle nostre scuole servono finanziamenti, non vergognosi sotterfugi utili soltanto ad aggirare le regole. I dati parlano da soli: il 40% degli edifici scolatici ha bisogno di interventi urgenti, il 45% manca di strutture base come laboratori e palestre.
Per un vero piano straordinario dell’edilizia scolastica, per smetterla con tutte le vuote promesse, dimenticate insieme alle vittime di tanta noncuranza, chiediamo che vengano investiti 20 miliardi di euro nella messa in sicurezza e innovazione delle nostre scuole.
Questo abbiamo gridato nelle piazze l’8 ottobre, questo continueremo a gridare il 16 ottobre a fianco ai lavoratori della Fiom Cgil, per chiedere risposte serie alla crisi. Daremo il via ai Cantieri della scuola, per iniziare la rimozione delle macerie e la ricostruzione di un Paese migliore per il nostro presente e il nostro futuro. Distruggono la scuola, ma non i nostri sogni

La scola è nostra
L'Onda mette l'elmettoIl luogo scelto da un'autorità pubblica per celebrare una ricorrenza è spesso più significativo dal discorso pronunciato per l'occasione. E così la scelta da parte del Ministro dell' Istruzione di inaugurare l'inizio dell' anno scolastico presso la Scuola Gemelli di Roma, istituto privato e cattolico capace di offrire riparo dalle contestazioni, è indicativa dell' amore della Gelmini per la Scuola Pubblica. D'altronde l' ormai storica goffaggine mostrata dal Ministro quando si tratta di difendere la sua riforma “epocale” è tale da far capire che questa signora non agisce per suo capriccio, bensì obbedisce alle pulsioni e ai diktat del partito reazionario che le sta dietro.
Così il riordino (perchè non è una riforma) della Scuola consiste nell' adattare il sistema alla necessità di ridurre la spesa di 8 miliardi di euro e il concetto guida scelto è la razionalizzazione. Partendo della visione della Scuola in quanto ammortizzatore sociale, sono stati applicati tagli lineari in tutti i capitoli di spesa. Il personale docente e non è stato ridotto drasticamente attraverso licenziamenti, con la mancata assunzione dei precari ed il blocco dei turn over, generando così il più grande licenziamento di massa della storia: solo quest' anno quarantamila lavoratori licenziati. Il licenziamento dei professori ha comportato l'accorpamento di classi portando alla creazione di sezioni con più di 30 iscritti (anche se limite è passato in due anni da 25 a 27 alunni per classe) con i conseguenti gravi problemi di sicurezza e la difficoltà per un insegnante di seguire adeguatamente così tanti ragazzi. La diminuzione dei fondi ha portato al blocco di molte attività scolastiche: mancano i soldi per acquistare i materiali e le strumentazioni per i laboratori, non c'è la carta per le fotocopie, gli studenti sono costretti a portare la carta igienica da casa.
Ma questo riordino aggrava il grande problema di equità sociale della Scuola Pubblica: da anni le scuole fanno ricorso a tasse scolastiche dette “contributi volontari” per far quadrare il bilancio, tuttavia i tagli hanno fatto schizzare queste rette fino a 400 euro annui, che si vanno ad aggiungere alle ingenti spese per i libri di testo (che arriva anche a 500 euro all' anno). Ora, come fa una famiglia di lavoratori dipendenti a sostenere queste spese? E perchè l'educazione dei ragazzi, che la nostra Costituzione ha previsto come gratuita, viene a costare fino a mille euro all' anno? Non si concludono però qui i misfatti del Governo. La legge 133/08, ribattezzata “Riforma Gelmini”, pone alle scuole un tetto di spesa per il sostegno agli alunni disabili, che quindi saranno costrette a rifiutare l' iscrizione di molti ragazzi che necessitano di essere assistiti da un educatore. Quindi non solo la Gelmini non si pone il problema di fornire ai ragazzi disabili gli strumenti per permetterne l' emancipazione attraverso l' istruzione (oggi il 98% degli studenti disabili non completa il percorso di studi superiori), ma anzi li abbandona a se stessi.
Vengono ridotti i fondi per l'edilizia scolastica, che invece potrebbe essere uno dei catalizzatori per la ripresa economica: ad oggi il 40% delle scuole è stato costruito tra il 1940 e il '74 e la metà di esse ha bisogno di riparazioni urgenti poiché crollano letteralmente i solai. Mancano le palestre e i laboratori, assenti nella metà degli istituti. Ma perchè non investire nella modernizzazione della Scuola Pubblica, con la costruzione di nuove strutture all' avanguardia, invece di sperperare ben 15 miliardi di euro per l' acquisto di 131 caccia bombardieri che resteranno ad arrugginire in qualche deposito militare?
Il riordino ha comportato una riorganizzazione generale del sistema scolastico italiano, con la creazione di nuovi indirizzi scolastici rigidi. Sono state cancellate le sperimentazioni, che permettevano alle scuole di creare un legame col tessuto lavorativo del proprio territorio modificando le materie presenti; negli anni erano nati istituti superiori in cui si apprendevano professionalità come la lavorazione del marmo a Carrara e della ceramica a Faenza, che fornivano alle imprese giovani altamente qualificati. La Gelmini ha spazzato via questo mondo, decretando il drastico riadattamento, lo smembramento e persino la chiusura di molte scuole sperimentali al nuovo quadro nazionale. Le ore di lezione sono state ridotte, le ore di laboratorio dimezzate negli istituti tecnici e professionali, i corsi di recupero e le attività extracurriculari pomeridiane sono scoparse o sono diventate a pagamento.
Ma l'attacco alla Scuola non si dispiega solo sul terreno economico, ma anche su quello della laicità. Dal 2008 i fondi statali alle scuole private, quasi tutte cattoliche, sono più che raddoppiati fino a 300 milioni di euro all' anno, non un insegnante di religione ha perso il posto ma anzi ne sono stati assunti di nuovi (ricordiamoci che questi sono nominati dalle curie ma stipendiati con i soldi dei contribuenti), sono stati varati provvedimenti lesivi della libertà di culto che prevedono che il voto in religione faccia media con quelli delle altre materie e contribuisca quindi alla definizione dei crediti scolastici acquisiti, creando di fatto il rischio di bocciatura per uno studente che sceglie di non seguire questo “insegnamento”.
Definito il quadro, i veri intenti del Governo e del Ministro sono lampanti: distruggere la qualità della Scuola Pubblica per sgombrare il campo agli istituti privati cattolici, veri e propri lussuosi centri di propaganda che accolgono esclusivamente i figli delle élite e delle classi dominanti, lasciando ai figli dei comuni mortali istituti statali in rovina, incapaci di formare non solo futuri lavoratori, ma di educare coscienti cittadini.
Hanno additato noi studenti come guerriglieri, bamboccioni, scansafatiche e facinorosi: da due anni ci opponiamo all' operato del Governo non perchè non vogliamo il cambiamento, ma perchè vogliamo una vera Riforma. Per troppi anni i governi, di destra e di sinistra, hanno giocato al ribasso con la Scuola Pubblica, attraverso il tacito patto con i docenti a cui si chiedeva poco lavoro in cambio di un basso stipendio, apportando tagli senza rivedere la concezione generale del nostro sistema scolastico. Se si vuole veramente effettuare una riforma epocale nella Pubblica Istruzione occorre prima di tutto convincersi che la Scuola non è un parcheggio o un ammortizzatore sociale, bensì il più importante pilastro della nostra Repubblica, in quanto educa le giovani generazioni ai grandi valori che sono alla base della nostra Costituzione.
E' necessario effettuare grandi investimenti sulla Scuola, modernizzando le strutture ed i laboratori, concependo un nuovo modello educativo basato non più sull' insegnamento teorico frontale ma su un sistema di esperienze reali fatte dagli studenti; bisogna aprire le scuole al pomeriggio, sicché i giovani possano viverle come una casa e non come una prigione e compiervi espierienze culturali e formative, in cui possano apprendere l' amore ed il rispetto per le diversità dell' altro. La Scuola Pubblica è il primo e ultimo bastione di equità e giustizia sociale in questo Paese e quindi è un dovere di tutti difenderla.
Mentre l'on. Gelmini si attarda a legittimare i delitti commessi dal suo Governo in danno della Pubblica Istruzione, replicando maldestramente alle proteste delle famiglie di Adro che non vogliono mandare i loro figli in una scuola elementare in cui ogni cosa è marchiata dai soli delle Alpi leghisti, nelle scuole superiori italiane gli studenti si preparano con i professori ad un autunno di fuoco. Con le nostre proteste ed i nostri cortei noi rispondiamo all' attacco lanciato al nostro futuro. Rispondiamo come quell' antico saggio che alle sciocchezze di chi negava il moto rispondeva semplicemente camminandogli davanti. Noi cammineremo al fianco dei nostri professori, dei lavoratori, dei pensionati, per chiedere un' Italia più giusta, più onesta e più libera.


per il 16 Ottobre la FIOM-CGIL ha indetto una grande manifestazione nazionale a Roma per dire no ai ricatti e difendere il diritto al lavoro, la legalità e la democrazia in questo Paese.   

1 commento:

  1. guardando il video sulla manifestazione degli studenti si capisce anche la logica di coloro contro i quali questi ragazzi stanno manifestando: ho letto il commento al video fatto da un certo "damonsalvatore87", dove dice che chi manifesta lo fa per conformismo, per moda, per omologazione a ciò che è trendy, perchè "comunista" è alla moda, che sono tutti stupidi coloro che manifestano e che è come al solito una scusa per saltare la scuola. forse anche essere "con Silvio" è alla moda per alcuni..dipende da quale moda si segue!

    io mi chiedo, invece, cosa spinge un ragazzo a rispondere in quel modo ad una manifestazione di idee e di convinzioni.

    è lecito screditare l'espressione di idee di altri solo perchè non si condividono le motivazioni che portano a tali eventi? o meglio, può la motivazione da cui nasce quel messaggio aver più valore del significato del messaggio?

    forse è ora di andare oltre alla facciata delle cose, smettere di inscatolare sempre tutto e tutti in un classifica che, come si vede, non rende vera giustizia. forse è meglio capire qual'è il messaggio reale che sta dietro alle cose, piuttosto che guardare solo a chi lo propone e a quale scopo.

    questa politica mi ha stancato. ha il problema che ancora porta voti a chi la pratica.
    ma sono convinto che presto o otardi finirà la "pacchia"!

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