Siamo qui stasera di nuovo a parlare di acqua.

Siamo qui stasera di nuovo a parlare di acqua.

Parebbe la cosa più semplice di questo mondo, tanto siamo abituati a considerare questo bene di immediato e scontato utilizzo nella nostra vita quotidiana.

Scontato utilizzo: ebbene sì, il gesto di aprire un rubinetto e di godere di un buon bicchiere d'acqua fresca o di una doccia rigenerante è un atto automatico che presuppone un diritto acquisito.

Ricordiamoci però che per molte popolazioni tutto ciò non è nemmeno immaginabile.

Sarebbe forse meglio, però, riconsiderare le nostre abitudini.

E'noto a tutti, credo, che sul bene acqua, bene insostituibile, diversi poteri hanno puntato l'attenzione, considerandolo alla stregua di un qualsiasi altro bene oggetto di mercato.


La normativa approvata di recente dal governo ha in questo senso accelerato e spianato la strada alla realizzazione di questo progetto.


Non sto ora a ricordare che un folto numero di movimenti di cittadini, associazioni, liste civiche da tempo si sono mossi per contrastare queste azioni.


Anche noi, nel nostro piccolo, a Monteveglio abbiamo messo sotto i riflettori questo tema.


Certo il "la" è partito con la mozione del nostro gruppo il 20/11/2009, ma anche il gruppo di maggioranza e l'Amministrazione si sono dimostrati sensibili all'argomento e in tal senso si sono mossi.


Di ciò me ne rallegro molto e vorrei condividere con tutti voi la mia personale soddisfazione nel vedere concretizzato un processo democratico messo in atto da forze politiche diverse che si sono rese disponibili al confronto che ha prodotto la proposta di variazione allo Statuto comunale che ci approntiamo a deliberare.


Questo è sicuramente un fatto positivo, anche se nonostante la volontà di condividere un principio non è stato possibile sancire nello Statuto con l'Art. 53 bis che la gestione del servizio idrico integrato sia pubblica.


Sì, è vero, si ribadisce che la proprietà delle infrastrutture e delle reti sono pubbliche e inalienabili.


Ma crediamo davvero che ciò ci metta al riparo dal rischio di perdere il controllo su questo bene? Riflettiamoci un po': 

è garanzia sufficiente dire che la rete sia pubblica, o non è forse altrettanto importante che anche chi la gestisce, cioè chi la governa, sia un ente pubblico.


Non è forse chi l'acqua la capta, ne cura la potabilizzazione, la distribuisce, la vende e ne incassa i proventi di fatto il padrone?


Purtroppo devo però esprimere il mio rammarico leggendo quanto riportato in prima pagina nell'ultimo giornalino del Comune consegnato nei giorni scorsi a tutte le famiglie di Monteveglio.

E' sorprendente quanto sia

 facile fagocitare e fare

proprie le opinioni comuni di


diversi movimenti di

cittadini, naturalmente in

versione "riveduta e

corretta".


Ritengo vergognoso appropriarsi a propri fini propagandistici di un tema che da tempo è materia di studio, di dibattiti, di conferenze, di pubbliche manifestazioni da parte di giuristi, politici, sindacalisti competenti e di chiara fama, senza nemmeno menzionare, non dico il percorso condiviso col nostro gruppo, ci mancherebbe, ma nemmeno il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua.

Forum che da circa 3 anni si è attivato sul tema, ha promosso la raccolta di firme per 3 referendum abrogativi, ha organizzato una pubblica manifestazione a Roma il 20 marzo, a cui il nostro gruppo ha partecipato assieme ad oltre 20.000 fra cittadini, associazioni, amministrazioni che si sono mobilitati per testimoniare e ribadire il principio che, riportando uno slogan del Forum, dice: "Si scrive acqua, ma si legge democrazia.

La sensibilizzazione sul tema acqua, nonostante il silenzio mediatico, del Forum Italiano si è concretizzata con una massiccia adesione di oltre 800.000 cittadini che in tutta Italia hanno firmato, facendo spesso lunghe file, per i tre referendum.

Solo a Monteveglio ne sono state raccolte finora circa 600 in 10 giornate di presenza dei banchetti, ai quali il gruppo di maggioranza era stato da noi invitato a collaborare a presidiare, invito che non è stato neppure preso in considerazione, contrariamente a quanto si è verificato per esempio a Bazzano.

Per concludere, credo che dimenticarsi di tutto ciò, riferendo pubblicamente in prima pagina, solo parzialmente e a beneficio della propria immagine, ai cittadini montevegliesi di questo delicato tema, sia la dimostrazione di una formale e sostanziale mancanza di rispetto dei confronti della minoranza e di quella parte di cittadini che è stata chiamata a rappresentare.

Tutto quanto sopra considerato,
dichiaro il mio voto contrario a questa delibera.

Tamara Masi
Capogruppo Consigliere Monteveglio Bene Comune

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