Diplomati 11 nuovi mediatori culturali formati dall’Azienda USL di Bologna


Marocco, Cina, Romania, Moldavia, Tunisia, Pakistan, Polonia, vengono da 3 continenti gli 11 mediatori che si sono diplomati oggi grazie a PASS, Progetto per la promozione dell’accesso delle popolazioni immigrate ai servizi socio sanitari nelle ASL italiane.

L’Azienda USL di Bologna, in virtù della sua esperienza più che decennale, è la capofila del progetto per l’Emilia-Romagna, prima esperienza di sistematizzazione a livello nazionale degli interventi di mediazione culturale in sanità.

Il profilo dei partecipanti al corso è molto eterogeneo, ci sono studenti di lingue o di economia poco più che ventenni, e persone decisamente più adulte con lunghi anni di esperienza, tanto nei servizi sanitari che nel lavoro di accoglienza e mediazione. Nell’ambito del progetto, tutti hanno approfondito la salute nel mondo e i suoi determinanti, i diritti umani, le convenzioni internazionali, la legislazione socio-sanitaria, la disciplina dell’immigrazione e le norme sulla condizione dei migranti in Italia, le caratteristiche delle popolazioni migranti, la comunicazione transculturale.

Il corso, che è durato 9 mesi, si è svolto in tre fasi, la prima dedicata alla formazione professionale d’aula, la seconda allo stage di 200 ore in azienda, la terza, della durata di 6 mesi, al tirocinio. Le lezioni sono state tenute da medici, infermieri, assistenti sanitari, psicologi e psichiatri delle Aziende USL della Emilia Romagna.

Dal 2000 l’Azienda USL di Bologna mette a disposizione dei migranti diversi servizi di mediazione: all’interno degli ospedali, soprattutto nell’area materno–infantile, e sul territorio, in particolare con il Centro per la salute delle donne straniere e dei loro bambini presso il Poliambulatorio Zanolini a Bologna, e nei diversi consultori familiari presenti in tutti i distretti sanitari dell’Azienda. I mediatori svolgono un ruolo importante anche all’interno delle strutture psichiatriche.

Il mediatore transculturale è una figura professionale che possiede competenze specifiche legate alla lingua, alla cultura e al contesto di provenienza del cittadino straniero. In ambito sanitario, il mediatore culturale rivolge le proprie competenze tanto ai cittadini stranieri, destinatari di servizi sanitari, che ai professionisti, medici e infermieri che seguono l’iter sanitario del paziente, svolgendo un ruolo di collegamento tra i rispettivi sistemi culturali e facilitando la reciproca comprensione.

Immigrati residenti a Bologna e provincia
fonte: Osservatorio delle Immigrazioni, Provincia di Bologna, 2008

Sono 86.700 gli immigrati residenti in provincia di Bologna al 2008, pari all’8,9% della popolazione totale. In città gli stranieri residenti sono 39.480, pari al 10,5% della popolazione di Bologna. Dal 2006 la maggioranza della popolazione immigrata residente in provincia di Bologna è femminile, e si attesta al 51,3%.Il quadro delle provenienze è sempre più eterogeneo, tanto in città che in tutta la provincia, e riguarda ben 156 Paesi del mondo. Nel 2008, dopo l’ingresso nella UE, il Paese dal quale provengono i maggiori flussi migratori è la Romania con 14.555 residenti in provincia, 5 mila dei quali a Bologna. Al secondo posto il Marocco, con 13.500 residenti, e una comunità che per almeno 15 anni è stata in maniera incontrastata la più numerosa in provincia.A fronte di un’età media dei residenti italiani di 47,2 anni, l’età media dei migranti residenti a Bologna è di 31,2 anni, più del 20% dei quali al di sotto dei 18 anni, con un profilo delle comunità caratterizzato da una minore presenza di anziani e una maggiore rilevanza di minori e adulti in età lavorativa. In particolare, 1/5 degli immigrati residenti si dedica al badantato.

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