Forse il segnale dovrebbe essere prima di tutto oggetto di un approfondimento da parte loro, visto il prolificare di liste civiche in tutti i comuni del territorio. La scelta di non confermare la storica alleanza con le sinistre e di allearsi “sistematicamente” con un nuovo partito senza radicamento ma “dei valori” apre inevitabilmente uno spazio politico.
In realtà culturalmente appartengo ad un’area che il PD dice di rappresentare e allora perché non riesco a riconoscermi e con me tantissime altre persone con cui parlo?
La scelta della lista civica appare allora funzionale ad una risposta critica e costruttiva e non populista di voti che andrebbero persi nell’astensione o nella protesta.
L’elettorato che il PD non riesce più a rappresentare è grande anzi è sempre più grande. Vogliamo discutere di questo oppure basta chiedere alle diverse liste civiche che nascono ovunque di aderire al programma elettorale e di impegnarsi ad essere non conflittuali?
La richiesta di confluire soddisfa realmente chi ha necessità di chiarire la natura del progetto politico e il piano dei valori? Facciamoci allora delle domande che aiutino il chiarimento.
- Può esistere un partito che si dichiara progressista dove il confronto avviene sul piano delle dinamiche di potere tese alla più miope conservazione di interessi acquisiti nella cappa culturale e democratica che lo attanaglia.?
- Può esistere una modalità responsabile di fare politica nella quale si cerca in ogni modo di stigmatizzare il “male” non partendo da una profonda autocritica rispetto al tema dell’egoismo della cultura dominante, della arida concezione dell’impresa come valore del singolo imprenditore e non della collettività e della giustizia, anche sociale, intesa semplicemente come detta la costituzione: “la legge è, e uguale per tutti”
- Può esistere una cultura diffusa dell’economia di questo territorio dove non c’e’ più spazio per l’agricoltura, l’artigianato, la piccola impresa e il piccolo commercio perché il “sistema imprenditoriale collaterale” ha dalla politica una risposta che la pone sostanzialmente al di fuori della logica concorrenziale. (Utility, cooperazione, grande industria) e quindi esclude gli altri soggetti.
- Può esistere una serena riflessione sulle priorità che la politica della nostra amministrazione deve oggi dare alle future generazioni in termini di opportunità, valori, felicità e sostenibilità ambientale che vada oltre alla preoccupazione di toccare interessi acquisiti?
- Può essere dimenticata l’offerta culturale la socialità diffusa e il senso di responsabilità di tutti i cittadini nell’affermazione dei valori di appartenenza ad una ad una comunità?
I partiti, che furono, di Berlinguer e di Aldo Moro hanno sostanzialmente costruito l’Italia con grande conflitto dialettico ma con la condivisione sostanziale del rispetto delle regole di moralità e di lealtà ai valori di appartenenza.La confluenza di queste culture deve dare vita ad uno sforzo intellettuale di grande progettualità con alti contenuti ideali.
Se questo è diventato uno dei territori più ricchi al mondo e se il modello emiliano era un esempio in tutto il mondo in termini di economia diffusa, distretti industriali, qualità dei servizi e di offerta culturale era perché la responsabilità sociale dei singoli in termini di moralità e impegno erano un patrimonio comune di queste due culture che hanno lavorato nella contrapposizione nel conflitto ma nel rispetto reciproco e delle istituzioni. La grande esperienza della cooperazione cattolica e socialista della nostra regione ne sono un esempio.
Vi sembra che possiamo ancora affermare di essere nell’eccellenza?
Partiamo da qui per rifondare una politica virtuosa che sappia buttare il cuore oltre l’ostacolo oppure continuiamo ad aspettare che Fini diventi un grande statista sulla base di proposte assolutamente condivisibili quali la centralità del parlamento (ma il consiglio comunale è centrale?) o il voto agli immigrati (ce ne sono coinvolti?). Su questo almeno siamo d’accodo?
Se siamo d’accordo possiamo iniziare a parlare del programma con la certezza che le risposte devono essere sostanzialmente diverse e l’attenzione deve essere riportata al territorio, alla socialità ad una economia diffusa ed alla cultura.
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