A mille ce n'è, nel mio cuore di fiabe da narrar...


Voglio raccontarvi una storia

C'era una volta una verde vallata, ricca di prati freschi e profumati, grandi parchi con alberi secolari, terreni fertili e vigneti fruttuosi.
Nel cuore di questa ricca vallata sorgeva un piccolo piccolo Borgo i cui abitanti erano per la maggior parte impiegati, come lavoratori, alle dipendenze del Sovrano di quel luogo, solo una piccola parte di loro si ostinava a coltivare e curare quella meravigliosa terra producendo ortaggi, frutta e buon vino e ad allevare animali che fornivano latte, uova, formaggio e carne.
Sì, ho detto Sovrano... perchè in tutte le fiabe c'è sempre un Sovrano.
Ma il nostro, a differenza degli altri che di solito troviamo nelle fiabe, era un Sovrano buono e generoso, amato e ben voluto dalla sua gente.
Tanto che l'avevano affettuosamente soprannominato “Il Reuccio”.

Correva l'anno 2010, ed anche quell'anno, come ormai da 10 anni, era una già tradizione, si era festeggiato con una grande gara, che si era scelto di svolgere il giorno 10 del decimo mese del decimo anno: che data memorabile avevano scelto! Pensate, piccoli miei, che avere tre numeri uguali nella data, capita solo ogni cento anni! Fu una giornata memorabile per tutti, persino il tiepido sole di ottobre aveva deciso di regalare i suoi ultimi caldi raggi di quella stagione.

Ma all'indomani di quella straordinaria giornata, un messo di corte giunse trafelato al cospetto del Sovrano ed inginocchiatosi in segno di rispetto, con voce rotta dalla grande emozione, disse:
Vi porto tristi notizie dal Borgo, Sire” e ripreso un po' fiato continuò: “pare che qualcuno stia agitando gli animi ed i pensieri dei Vostri sudditi, contestando la scelta di fare la Vostra Gara proprio qui, nel nostro Borgo, dove, affermano non esiste neppure una pista che il popolo possa utilizzare per passeggiare in tranquillità. E' un controsenso. Così dicono, Maestà”.
E chi sarebbero costoro?” domandò il buon Reuccio incredulo nell'udire quelle parole, lui che da anni aveva la convinzione che organizzando gare di quel tipo, altro non si facesse che il bene della sua gente, portando visitatori e fama e ricchezza per il piccolo Borgo.
Sembra sia quel manipolo di saltimbanchi che vive sulla collina” continuò il fedele messo “Sognatori visionari, pazzi poeti. Dediti al buon vino ed alla buona cucina... Pensate, Sire, che lasciano persino parlare le loro donne e hanno la pretesa di mandare i loro figli a scuola per fargli avere un'istruzione quando sappiamo tutti che ormai la scuola pubblica non c'è più e tutti si rivolgono ad insegnanti privati... Per non parlare poi dei mori: non li trattano da schiavi, li rispettano, lavorano la terra fianco a fianco a loro e li pagano anche! Pazzi!”

Udito ciò, il buon Reuccio, decise di scendere tra i suoi sudditi per cercare di confortarli scacciando quegli insani pensieri che volevano inculcargli e che sicuramente avrebbero turbato e risvegliato le loro menti assopite ed intorpidite già da troppo tempo.

Si recò allora alla taverna della piazza del Borgo, sicuro che lì avrebbe trovato gente di ogni estrazione sociale: benestanti, politici, operai,vecchi, giovani, poveri,ricchi, etc. Infatti c'erano tutti. Rivolgendosi a quella piccola folla disse:
Ho sentito che ci sono persone che vanno in giro per il paese a dire male della mia festa. Già nei giorni precedenti qualcuno ha persino osato scrivere che la mia festa, quest'anno di carestia, non era opportuno che si facesse. Ma voi tutti sapete che io, nel profondo del mio cuore generoso, voglio solo il bene della gente del Borgo”.

Dal basso allora si levò una voce: era un povero mendicante vestito di cenci e con in testa un cappello da giullare, nato deforme, con le gambe paralizzate e magre, era uno che stava sempre zitto e di lui, si mormorava, che fosse addirittura analfabeta. Costui disse:
Mi perdoni Sire, ma quelle scritte non erano certo rivolte a Voi ma piuttosto alla Corte dei Saggi che, nonostante prediliga occuparsi di trovare rifugio a bestiole smarrite piuttosto che occuparsi di questioni ben più serie, Vi ha dato il permesso di fare la Vostra festa proprio nella strada maestra del paese, anzi dato che all'autore di quegli scritti avete augurato di “fare passi lunghi e ben distesi”, da un uomo così potente e generoso quale Voi siete, ci aspettavamo tutti un miracolo, dal momento che quelle frasi sono opera mia.... ma invece nulla è successo: le mie gambe sono ancora morte, due appendici tremolanti senza forza e la gente non ha ancora neppure la pista! Allora mi viene da pensare: forse dobbiamo attendere altri 100 anni?”.

Fù così che il buon Reuccio tornò al suo maniero, pensieroso ma felice di sapere che, in fondo, nessuno ce l'aveva con lui e la sua gente lo considerava ancora il “Grande Benefattore”.

E il lieto fine? Sì è vero, tutte le fiabe hanno un lieto fine... quello di questa è la speranza che i cervelli intorpiditi e dormienti degli abitanti del piccolo Borgo ricomincino a funzionare ed a pensare quale sia davvero il loro bene.

Buonanotte, piccini. Dormite serenamente e fate grandi sogni, strampalati proprio come quelli di quei pazzi saltimbanchi ma domattina, al vostro risveglio, non li dimenticate ma mettetevi all'opera per cercare di realizzarli. Perchè sono proprio i sogni a dare colore e valore alla nostra vita; e crescere significa non smettere mai di sognare, lottando per realizzare i nostri sogni.

4 commenti:

  1. ...era da un bel po'che non leggevo una fiaba e addirittura una fiaba così bella!!!! Ammetto di essere un sognatore e di condividere il sogno narrato.....i sogni,in fondo, non costano niente perchè quindi privarcene???
    Anzi, proprio ora ricordo che una antica fiaba diceva:
    "I sogni son desideri chiusi in fondo al cuor,
    nel sonno ci sembran veri e tutto ci parla d’amor
    se credi, chissà che un giorno non giunga la felicità…
    non disperare nel presente,
    ma CREDI FERMAMENTE e il SOGNO REALTA' DIVERRA'!
    Se il mondo soffrir ti fa.. non devi disperar.. ma chiudi gli occhi per sognar
    e tutto cambierà. Buonanotte e...sogni d'oro!! $agittarius

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  2. VIVA IL REUCCIO!

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  3. Sì, è proprio vero che i sogni son desideri chiusi in fondo al cuor, da bambina cantavo sempre così anchio!
    L'importante è non smettere mai di sognare e di credere nei nostri sogni!
    EVVIVA IL REUCCIO! LUNGA VITA AL REUCCIO

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  4. Cagnetta che sostiene MBC25 ottobre 2010 alle ore 23:03

    VIVA LA CORTE DEI SAGGI CHE TIENE TANTO ALLE CARE BESTIOLE DEL NOSTRO SIRE!!!!
    VIVA I SAGGI!!!!

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