Una scuola di vita


La presentazione della scuola mi stimola alcune riflessioni che mi piacerebbe condividere.
La prima impressione rispetto alla qualità del progetto è buona.


Una scuola pensata e progettata in modo funzionale, luminosa e aperta sull’esterno con una “virtuale” attenzione al paesaggio circostante.


Solo alcuni piccoli particolari mi lasciano perplesso. Innanzitutto quei muri di cemento “piantati” a delimitare i cortili esterni frutto della cultura della sicurezza e del confine che ci sta soffocando e poi la viabilità di accesso alla scuola con le auto.


La rotonda di “svincolo” e i parcheggi coniugano in modo “brillante” la sostenibilità ambientale del progetto (sontuosa) con la cultura dell’ingresso in auto per le mamme ed i papà motorizzati e infrettolati.


D’altra parte anche per l’edicola in piazza bisognerà prima o poi pensare a qual’cosa di simile al Mac Drive che cosi’ efficacemente e brillantemente ha risposto ai bisogni dei clienti che non vogliono assolutamente scendere dalla macchina.


Ma siamo alle solite.
Cambiare approccio culturale richiede coraggio.



Ma comunque sia siamo di fronte ad un progetto sostanzialmente buono su piano progettuale.



Diverse considerazioni si devono fare sul lato politico-amministrativo.


Parto da un semplice consiglio all’assessore al bilancio. Se fossi in Lui mi preoccuperei di reperire una dotazione finanziaria per la realizzazione di questo progetto di almeno otto o forse nove milioni di euro. Impianti fotovoltaici, recupero delle acque, emissioni zero, bioedilizia arredamenti ergonomici, biblioteche palestre giardini di inverno e orti sinergici sono bellissimi ma come le scarpe firmate costano molto a volte moltissimo non sempre sono comode.


Risulterebbe molto molto triste avviare la realizzazione e trovarsi a meta’ del percorso senza le risorse necessarie per finire la scuola e quindi dover rinunciare al progetto complessivo ed accontentarsi di un pezzo oggi ed un pezzo domani con i ragazzi perennemente dentro ad un cantiere in costruzione.

La seconda considerazione è di carattere piu’ amministrativo.


Costruire una scuola oggi in situazione di sofferenza rispetto al vecchio plesso significa che la programmazione e la crescita della popolazione in questo comune non sono stati governati da amministratori capaci.


La speculazione e la cementificazione sono state subite con una dinamica dell’emmergenza sul lato dei servizi che dimostra chiaramente come governare implichi la necessità di scelte strategiche.


La necessità di una nuova scuola era chiaramente individuabile 10 anni fa.


Nel frattempo abbiamo continuato ad investire nel vecchio plesso scolastico, abbiamo progettato e pagato due progetti della nuova scuola, avviato mille tavoli di concertazione per arrivare oggi a porre solo le basi per un progetto di massima, ma non esecutivo.


Stesse considerazioni valgono per il cimitero, per gli uffici comunali, per il nido la materna e per il parco.


Se la scuola fosse stata finita tre o quattro anni fa saremmo oggi in una situazione del tutto diversa.


Primo perché la crisi oggi impone considerazioni diverse sulla sopportabilità economico-finanziaria di un investimento cosi’ ingente, secondo perché se si arriva in sofferenza sui problemi si dimostra inconsistenza amministrativa, terzo perché il contenitore e l’accontentare viene ancora una volta messo prima del contenuto.


Contenitore: se la scuola vive una vera e propria emmergenza non mi pare che sia principalmente sul lato delle strutture e comunque l’impiego di risorse cosi’ ingenti nella struttura oggi imporrà scelte conseguenti e di sofferenza di bilancio sui contenuti domani.


Accontentare: la scuola soddisfa le esigenze dei cittadini che oggi chiedono scolarità ipotecando per ragioni finanziarie già le condizioni di una nuova sofferenza. La scuola si fa perché il 30% delle risorse per realizzarla vengono da almeno altri 40.000 metri quadrati (attenzione quarantamilametriquadrati) di nuove abitazioni concessionate nell’area dove la scuola si realizzerà.



Ecco quindi che quando ci hanno mostrato la scuola immersa nel verde con le colline sullo sfondo bisogna fare uno sforzo della fantasia ed immaginarla all’interno di un nuovo quartiere che vedrà nascere palazzi e palazzine esattamente alle spalle del nuovo complesso scolastico.


E cosi’ bisogna immaginare la viabilità, il traffico il trasporto scolastico il personale conseguente alla scelta disarmante di avere due poli scolastici.


Sofferenza anche sul lato della qualità dei servizi scolastici se abbiamo già sentito che la mensa interna verrà probabilmente tagliata per poi sentirci raccontare la favola che l’educazione alimentare rappresenta un punto di eccellenza dell’offerta formativa di Monteveglio.


Attuale dove i ragazzi mangiano in aula e le maestre in piedi o futura dove la Camst portera il cibo con il pulmino coimbentato?


E l’economia territorio? La sostenibilità ambientale degli edifici si concretizza nei pannelli solari prodotti in Cina nelle cigliegie che arrivano dalla Turchia dalla verdura Spagna dalla carne dall’Argentina e i kiwi dalla Nuova Zelanda?

La terza considerazione è di carattere politico.



Questa amministrazione si sta giocando tutto su questo progetto.


Mi pare politicamente una scelta da rispettare.


Preferisco sempre comunque il coraggio in politica piuttosto che il galleggiamento.


Dimostra una sicurezza che mi fanno paura io che vivo quotidianamente di dubbi e disillusioni.


Una modalità di comunicare molto televisiva con spettacolarizzazione degli eventi compresa la clak al seguito ed ovazione a richiesta.


Non so ma su questo atteggiamento rimango sempre spiazzato e completamente inerme.


Mi ricorda qual’cosa ma non ricordo cosa.


Potete aiutarmi?



The President
MBC

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