NON E’ UN BEL GIOCO

Una moneta locale come strumento di aggregazione e di solidarietà della comunità che trattiene sul territorio parte della ricchezza prodotta e ci dota di un salvagente contro la crisi globale che sta travolgendo il mondo.
Questa in sintesi la proposta avanzata dal gruppo della transizione che si avvale dell’esperienza e degli strumenti operativi dello SCEC, (solidarietà che cammina) un’Associazione da diversi anni intenta ad affinare questo strumento operativo elaborato all’interno una vera e propria analisi economico-sociale sulla insostenibilità del modello capitalistico.

2 commenti:

  1. Questo post mi interessa davvero molto perché evidenzia l'impronta del malinteso darwinismo che la nostra cultura ci lascia addosso. Deve esserci sempre e per forza qualcuno a cui fare goal? Un nemico, un "altro" che sicuramente sta tramando qualcosa di losco?

    Hai scelto di stare all'opposizione a prescindere? Va bene, e trovo anche molto onesto dichiararlo. Però noi avremmo bisogno di te per fare cose che speriamo facciano bene a tutti. Gioca e porta il tuo spirito critico, quello sì che serve e che contribuisce a fare le scelte giuste. C'è posto per tutti, tutti possono partecipare, ma la verità è che le persone sono troppo esauste e disilluse per farlo. E tu decidi di non giocare perché devi stare all'opposizione?

    Il nostro modo attuale di fare le cose non è l'unico possibile. Se osserviamo la natura scopriamo che ci sono tanti atteggiamenti collaborativi tra specie e sistemi. Forse sono più quelli collaborativi di quelli competitivi. Sinergie, giochi in cui tutti vincono (e forse giocare così è ancora più divertente).

    Nella società occidentale abbiamo utilizzato le opere di Darwin per dare enorme importanza agli atteggiamenti competitivi: sopravvive il più forte, il migliore "È la natura che lo vuole, lo dice anche Darwin.." Tutto sommato, se ci pensi, anche la nostra scuola e il nostro modello educativo funziona in questo modo. Diamo i voti, decidiamo chi è il più bravo. Ma queste non erano le intenzioni di Darwin e fin da subito qualcuno si era accorto di come stavamo travisando le cose (Kropotkin ad esempio - Mutual Aid).

    Insomma io credo che dobbiamo riscoprire la magia della collaborazione. Lo sai benissimo come si fa a fare in modo che non si possa mai cambiare nulla nei nostri sistemi sociali. Trucco vecchio come il mondo: divide et impera (lo dicevano già i romani). In ogni comunità le persone che "fanno" sono sempre poche. Basta tenerle ben divise e sarà tutto difficilissimo, quasi impossibile. Se invece si uniscono sono guai, mettono assieme un potere pazzesco e tutto diventa possibile (i romani infatti mandavano l'esercito ad ammazzare tutti, e non solo loro).

    A me piacerebbe vedere dei cambiamenti, c'è anche poco tempo per farli perché le cose vanno già male e andranno probabilmente molto, molto peggio. Quindi ti prego, vieni a giocare.

    Facciamo gol contro l'inquinamento che uccide i nostri figli e distrugge l'unico pianeta che abbiamo, contro il cibo che ci fa ammalare, contro un modo di vivere che ci rende sempre più infelici e stressati. Vedi, se vuoi dei nemici ne troviamo... questi goal interessano anche me ad esempio.

    Basta col dividere tutto in partiti, scatole vuote e orticelli. La maggior parte della gente vota ormai trattenendo il disgusto (qualsiasi cosa voti), i partiti non mi appassionano... io sono per cercare di fare le cose che servono con chi ha voglia di farle.

    Ancora una volta, ti prego, vieni a giocare. Non possiamo permetterci che tu non ci sia... e il solo fatto che tu scriva un post come questo è il segno che dovresti esserci. Credo nell'intelligenza collettiva e so che deriva dalla varietà dei partecipanti, servono teste diverse per avere i risultati migliori, vieni a giocare.

    Cristiano

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  2. Ciao Cristiano
    La discussione mi appassiona cerchiamo quindi di animarla.
    Giochiamo? Si ma quale’è il gioco?
    Gioco di squadra? Si ma qual è il campo?
    Ok facciamo moneta locale e poi cosa compriamo la CocaCola non all’ipermercato ma al bar della piazza?
    Quale contenuti diamo alla comunità che si stringe intorno allo strumento della moneta?
    Basta essere coesi attraverso uno strumento di pagamento per avere attivato elementi virtuosi di solidarietaà, di serietà, di consapevolezza ambientale? (L’opus Dei almeno è partita a rovescio e utilizza la stessa nostra moneta)
    Basta il patrocinio di chi mescola il diavolo e l’acqua santa per avere le condizioni minime per credere nella fattibilità di un progetto oppure sono un elemento che lo svuota di contenuti al suo nascere?
    Poi se condanni i partiti ad elemento di divisione il modello adottato dalla comunità di transizione quale puo’ essere: gerarchico autoritario?

    No.
    Non sono convinto.
    Ho mille perplessità anche se sono assolutamente convinto della correttezza dell’analisi.
    Ma dato per assodato la non sostenibilità del modello ed una previsione catastrofistica del futuro, alla base del movimento della Transizione, l’idea di fare una riserva indiana che si chiude entro le mura mi pare una prospettiva claustrofobica.
    E’ la stessa modalità che in realtà hanno adottato proprio le forze politiche.
    Una riserva nella quale si scambia la moneta comunemente accettata delle amicizie, del nepotismo delle clientele e delle pratiche penose e dell’umiliazione quotidiana della democrazia partecipata.
    Allargare della visione all’europa ed ad altri paesi mi rincuora e mi rassicura sulle risorse positive umane e culturali all’esterno di questo modello miope e autodistruttivo.

    I modelli virtuosi si affrancano e tentano di seminare semi di bene comune marginalizzati o automarginalizzati ma assolutamente all’interno delle regole della democrazia e sul campo del confonto.
    Seminare non vuole dire raccogliere ma un contadino paziente sa coltivare.

    Per fare grandi vini non basta una generazione.

    Ma il sapere deve essere tramandato.

    Antonio Capelli
    Presidente MBC

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