4.5 - Territorio da vivere, non da consumare

L’analisi – TERRITORIO, MONETA SONANTE PER FAR QUADRARE IL BILANCIO.


A causa delle difficoltà economiche in cui versa, l’Amministrazione Comunale si è trovata “costretta” a monetizzare il territorio per far fronte alle spese correnti. Abbiamo assistito da troppo tempo a questo circolo vizioso, che porta a finanziare i servizi con l’edilizia e con gli oneri di urbanizzazione, che portano nuovi residenti e quindi nuove domande di servizi, e così via, producendo nel tempo effetti devastanti.

Monteveglio, essendo vicino ad una grande area urbana quale è Bologna, subisce una forte spinta edificatoria. Come per altri Comuni della Val Samoggia, è infatti uno dei luoghi dove la grande città può sfogare la propria “incontinenza” edilizia, dove realizzare nuovi insediamenti (residenziali e produttivi).
La necessità di porre un freno, un limite al consumo di suolo sembra essere una scelta quasi obbligata. Una scelta che risponderebbe:
1. al fatto che occorre evitare, laddove ancora non è avvenuto, il superamento del limite di territorio urbanizzato oltre il quale il sistema ecologico non è più in grado di autoriprodursi;
2. all’etica delle responsabilità verso le future generazioni (“La terra non è nostra ma ci è stata data in prestito dai nostri figli”).

Quando in una città si sente parlare di nuovi Piani di Governo del Territorio si pensa subito ed esclusivamente all’individuazione di nuove aree da edificare. La tematica urbanistica non viene quasi mai approcciata realmente con l’intento di gestire o governare il territorio. Il “consumare” il suolo diventa sempre più spreco: sono molti gli edifici vuoti o in disuso anche nel centro del paese.

La situazione è molto preoccupante. Il territorio è considerato una fonte inesauribile. La sua tutela e salvaguardia è posta in secondo piano rispetto ad altre priorità: lo sviluppo, la crescita, la finanza.

Le nostre proposte – RIUTILIZZO DI AREE DISMESSE E SALVAGUARDIA AMBIENTALE.

Chi amministra un Comune può fare scelte diverse, può decidere di seguire una strada alternativa? NOI di MONTEVEGLIO BENECOMUNE crediamo di sì. Ovvero, scegliere una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di suolo e alla cosiddetta crescita zero, se non addirittura alla decrescita (restituendo all’agricoltura e alla produzione locale, territorio oggi cementificato)
Una scelta virtuosa: perché reca beneficio al territorio; perché mette in moto sobrietà e austerità, virtù amministrative che, dati i tempi e le prospettive attuali, è urgente reintrodurre nella pratica politica quotidiana. Come già anticipato, in altri punti di questo documento, crediamo che l’assunzione di responsabilità di un’Amministrazione stia nell’indicare una politica urbanistica diversa, a basso costo e praticabile con la compartecipazione della cittadinanza. Pensiamo quindi che si dovrebbe tendere:

✔ al recupero di volumi già esistenti o alla riconversione e recupero di aree industriali;
In questo modo, utilizzando i volumi esistenti, si riuscirebbe comunque a soddisfare una buona domanda di abitazioni;

✔ alla valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico, rendendo, ad esempio, più fruibile il Borgo dell’Abbazia e di Oliveto con percorsi e servizi (soprattutto igienici);

✔ all’adozione e approvazione di allegati energetici ai Regolamenti urbanistici comunali che fissino un limite massimo di consumo di energia per edilizia privata e non, introducendo come prassi l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e l’impiego di tecnologie bioclimatiche;

✔ alla riqualificazione della piazza centrale, oggi deserta e decadente, ad esempio, allargando la biblioteca e promuovendo attività di sviluppo turistico (sagre, mostre, concorsi) che diventino fonti rinnovabili di cultura, socializzazione e commercio.

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