4.6 – Una cultura che nutre le relazioni e genera socialità

4.6 – Una cultura che nutre le relazioni e genera socialità


L’analisi – CULTURA, PRIORITÀ DA COLTIVARE.

COS’E’ LA CULTURA, A COSA SERVE, PERCHE’ NE ABBIAMO BISOGNO?

Ci siamo chiesti cos’è la cultura. Abbiamo aperto il vocabolario e abbiamo trovato queste definizioni:

Complesso di cognizioni, tradizioni, procedimenti tecnici, tipi di comportamento e simili trasmessi e usati sistematicamente, caratteristico di un dato gruppo sociale, di una comunità, di un popolo, di un gruppo di popoli o dell’intera umanità.

Complesso delle tradizioni scientifiche, storiche, filosofiche, artistiche, letterarie di una comunità, di un dato popolo o gruppo di popoli.

Insieme delle conoscenze relative a una determinata disciplina o un ramo del sapere.

Poi abbiamo discusso e riflettuto e ci siamo detti che:

La cultura è la materia con cui si costruisce l’identità di una comunità.

La cultura è il motore del progresso della comunità.

La Pubblica Amministrazione promuove attività culturali.

Cosa sono le attività culturali?

Pensiamo che le attività culturali siano il complesso di azioni volte a stimolare la riflessione degli individui sulla propria esistenza, sulla società e sull’ambiente che li circonda.

Le attività culturali si articolano in tre momenti essenziali:

1) Lo studio e l’approfondimento della conoscenza con lezioni, conferenze, seminari e laboratori (esempio principe la scuola)

2) La pratica e la fruizione di attività artistiche e spettacolari, attraverso la realizzazione di eventi artistici e lo stimolo ai cittadini stessi a praticare arti in prima persona.

3) La realizzazione di momenti rituali collettivi di festa, di celebrazione e di socialità della comunità.

Compito della Pubblica Amministrazione è la conservazione, la riscoperta e lo sviluppo del patrimonio culturale della comunità, patrimonio inteso non soltanto come bene materiale, ma soprattutto come sistema di relazioni, riflessioni, pensieri, pratiche, idee e sentimenti umani che costituiscono la memoria storica del nostro territorio e la nostra identità.

Per fare questo è indispensabile agire seguendo la vocazione territoriale.

Ovvero, raccogliendo gli stimoli dal basso, valorizzando, sostenendo e sviluppando tutte le energie che già si esprimono ed operano nella comunità. Queste energie sono tutte le risorse umane e materiali, pubbliche e private, capaci di accogliere e stimolare le attività culturali.

Le proposte – NUOVI MOMENTI DI CONDIVISIONE.

Bisogna censire queste risorse. Bisogna ascoltare, valorizzare e sostenere l’iniziativa dei cittadini, delle associazioni e delle realtà che producono cultura, arte, socialità. Bisogna aiutare queste realtà a mettersi in relazione.Bisogna costruire una mappa dei luoghi della cultura e renderli utilizzabili, fruibili, aperti.Bisogna sviluppare la collaborazione tra pubblico e privato.

Bisogna investire in cultura denaro e non solo intenzioni.

In questo quadro la Biblioteca Comunale può rappresentare un punto di riferimento importante per lo sviluppo culturale soprattutto dei giovani in età scolare, ma non in queste condizioni di spazio. La biblioteca ha bisogno di una struttura adeguata e di una programmazione immaginata fuori dalla logica dell’emergenza.

È necessario un progetto condiviso, ampio, articolato e a lunga scadenza volto a creare sulla piazza un POLO CULTURALE che sia occasione di incontro, confronto e socialità dei cittadini attorno a:

una biblioteca rinnovata

una sala per attività artistiche, spettacolari e assembleari

sale di studio e di laboratori

sedi di associazioni e movimenti

per dare un centro, un cervello e un cuore nel quale la comunità possa identificarsi.

Il progetto dovrà prevedere una idea di riqualificazione e di nuova utilizzazione degli edifici pubblici presenti in Piazza della Libertà.

Bisogna ragionare in termini di vallata e di area metropolitana. La proposta culturale deve sempre essere immaginata all’interno della proposta dell’intera Bologna e Provincia e solo in parte come rivolta esclusivamente al territorio.

La mobilità e le nuove tecnologie, soprattutto di comunicazione, hanno completamente rivoluzionato il rapporto tra il cittadino e il territorio.

Se continuiamo a immaginare ogni comune con gli stessi identici servizi replicati in luoghi diversi dimostreremo di non aver capito come si stanno evolvendo le nostre comunità.

Come cittadini chiediamo qualità, dei servizi e della proposta culturale, come cittadini ci sentiamo già parte di un sistema più ampio che valica i confini del comune di residenza ed è a questo che dobbiamo dare risposte ed è solo in questa prospettiva (sovra comunale e su progetto di lunga scadenza) che potremo affrontare il tema del POLO SCOLASTICO.

Così ci impegniamo ad affrontare un sistema culturale complesso con la consapevolezza che ogni piccolo gesto di ogni singolo individuo esprime, porta, crea cultura e costruisce, insieme a migliaia di altri piccoli gesti di altri singoli individui, una nuova cultura di cittadini che abitano, popolano e vivono un territorio rurale.

Elenchiamo alcuni esempi su cui ci piacerebbe ragionare insieme:

Istituire momenti di incontro tra genitori e figli attraverso Corsi di genitorialità promossi su vari campi.

Riscoprire i cibi genuini offerti dalla nostra terra, educando i bambini, sin dalla prima infanzia ad un rapporto sano con il cibo (es: Laboratori sul consumo alimentare consapevole, oltre la solita merenda).

Incentivare la conoscenza e frequentazione delle varie Fattorie didattiche, sia fuori che dentro la scuola, portando in piazza le veri radici agricole.

Permettere, grazie anche ai finanziamenti europei, uno scambio culturale tra città e paesi lontani da noi, anche fuori dai Confini nazionali per conoscere le affinità anche nelle diversità Monteveglio è l’unico paese a non avere un gemellaggio con un paese europeo che ovviamente non dovrebbe essere preso a caso al solo scopo mediatico ma che potrebbe essere scelto tra quelli con affinità territoriali e/o produttive simili (vini e formaggi d’Oltralpe, ad esempio).

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