SAREMO COMUNITA’? di Antonio Capelli

Siamo sicuri che l’organizzazione sovracomunale dei sevizi dia una risposta coerente ai bisogni dei cittadini oppure sia una ennesima chimera da rincorrere?

La responsabilità e la partecipazione dei singoli sono il grande valore da recuperare. in un’ottica di consapevole esercizio della democrazia, controllo della spesa e programmazione di lungo periodo.

La proposta di nuovi strumenti sovracomunali di gestione dei sevizi giustificati da elementi puramente economici mi pare perda di vista in modo evidente questo aspetto e anzi stia giocando in modo del tutto controproducente anche nella considerazione che il modello adottato risponde a logiche puramente liberiste evidentemente sconfessate dalla recente attualità.

Non era forse un elemento di appartenenza e di forte aggregazione il campo da calcio della parrocchia o la squadra di calcio del paese?

E una presenza quotidiana della polizia municipale nella piazza del paese non era forse un segno di civiltà ed una risposta democratica di controllo del territorio meglio e sicuramente più istituzionale delle ronde dei cittadini?

Unione dei comuni?

Perché?

Forse per moltiplicare centri di spesa fuori controllo ed allontanare le responsabilità degli amministratori dai cittadini?

Oppure per moltiplicare tavoli dove la visibilità dei singoli opprime un disegno organico e di largo respiro?

Ma che modello di società stiamo rincorrendo?

Efficienza? Economie di scala? Servizi decentrati?

Fermiamoci un attimo e ragioniamo sui problemi e sui bisogni dei cittadini?

Dei guru dell’economia e di grandi consulenze ne non ne posso più!

Bisogna essere capaci di riempire le sale dove si disegna onestamente il futuro dei nostri paesi e di trovare tanti volontari nelle iniziative, nelle feste e nelle discussioni aperte e senza paura della critica.

La felicità dei singoli ha una risposta positiva nel sentirsi fortemente appartenenti ad una comunità nelle sue decisioni e nelle sue dinamiche.

La città di Siena per effetto della forte aggregazione che l’organizzazione del palio richiede ha il minor tasso di criminalità in Italia ed una grande pulsione solidaristica che si attiva in caso di sofferenza di un singolo contradaiolo.

Facciamo tesoro di piccoli modelli virtuosi.

Facciamo economia con la responsabilità e l’appartenenza!

Basta raccontare delle favole e vendere fumo!

Alla plebe certo.

Per i patrizi, il disegno ha certamente un senso!


2 commenti:

  1. Io credo che per rispondere bene oggi alla domanda "Saremo Comunità?" dobbiamo avere la consapevolezza delle sfide che la realtà in continuo cambiamento pone a chi come noi pensa che non ci si salva mai a lungo da soli,ma insieme, come comunità. I nostri luoghi hanno compiuto un percorso di crescita nella produzione di ricchezza e di innalzamento della qualità della vita grazie a questa visione e con politiche sociali (istruzione, scuole per l'infanzia, supporto alle attività economiche) concepite come parte integrante delle politiche di sviluppo e grazie a un tessuto sociale coeso.
    Ora è certo che le conseguenze della crisi agiscono sulle nostre comunità, sul lavoro, sulle imprese e producono effetti che interessano l'ambito delle politiche delle nostre amministrazioni.
    Cosa dobbiamo chiedere ai prossimi amministratori se non quello di andare oltre alla difesa dei risultati raggiunti magari cedendo solo passo dopo passo, ma tenendo ferme le istanze di fondo, sottoporre ad un esame spietato gli strumenti usati per perseguirle facendo leva sulla crisi per costringersi ad "inventare" nuovi strumenti più efficaci ed adeguati alla nuova fase?.
    Io credo che in questa nuova fase sia doveroso ripensare le istituzioni amministrative e le infrastrutture della Valle del Samoggia per liberare risorse economiche per il supporto alle persone che vivono con sofferenza questo momento .
    Concordo che l'innovazione amministrativa non possa essere affrontato in nome e per conto della città e che, per la loro stessa natura, richiedono un coinvolgimento pieno della cittadinanza. Per questo ho scritto questo commento con l'augurio che avremo occasioni per discutere di questi temi.
    Le prossime elezioni di primavera costituiscono uno spazio pubblico di confronto sul futuro delle nostre comunità che dobbiamo usare.
    Saluti cordiali
    Sauro
    (fondatore PD non pentito)

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  2. ciao Sauro
    Innanzitutto vorrei ringraziarti per l'attenzione alla nostra iniziativa.
    La provocazione della nostra lista civica sta proprio nella premessa del tuo intervento:"Non ci si salva mai da soli"
    La proposta alternativa al leaderismo ed al populisma sta nella partecipazione e nella responsabilità.
    Il modello alternativo alla competizione sfrenata, all'individualismo sevaggio, al materialismo sterile sta nella riattivazione di un senso di appartenenza alla comunità che si esplica in un lavoro difficile e incessante di ricentralizzazione dei bisogni dei cittadini e del loro coinvolgimento nella vita attiva della comunità.
    Condivido pienamente con la tua analisi della positiva risposta democratica che i nostri territori hanno saputo dare coniugando ricchezza, impresa e servizi in una fase storica dove la politica ha riflettuto in termini ideali rispetto alla programmazione e all'amministrazione.
    Questo lavoro di approfondimento e di analisi necessario per indirizzare le scelte strategiche di una amministrazione oggi a mio avviso manca assolutamente.
    L'agenda delle ultime amministrazioni appare dettata piuttosto dall'emergenza e dalle pressioni speculative in un'ottica di breve periodo senza una visione organica di medio e lungo periodo.
    Sul piano strutturale abbiamo investito negli ultimi anni in maniera disorganica senza una progetto finale che renda coerenti i singoli interventi.
    Sul piano sociale i riferimenti di aggregazione sono in grande sofferenza e mi pare che la cultura civile anche qui si stia appiattendo su un individualismo deteriore.
    Le agregazioni ed anche il volontariato sono spesso espressione di una disorganica risposta alle mancanze di una società che si sta chiudenda a riccio.
    L'organizzazione dei servizi sul piano delle utility, la struttura sovracomunale e le deleghe ad enti sovracomunali anche dei sevizi alla persona risponde un bisogno di economia nella gestione dei servizi che non soddisferà mai la crescita della domanda di una comunità sempre più esigente e sempre meno attenta alla qualità delle relazioni e delle responsabilità.

    Il nostro lavoro dal basso cerca di ritrovare il valore delle relazioni e della condivisione dei progetti per dare una risposta positiva alla degenerazione della nostra realtà.
    Utopia?
    Si certo ma nella convinzione che la politica parte proprio da li'.
    Buon primo maggio e ... a presto.

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